Avrei forse dovuto dire "allieva" e "maestra", ma non è di genere che voglio parlarvi, ma di un'emozione, di una grande soddisfazione, vissuta con un po' di "pizzicore" agli occhi, quello che prova una madre che vede la figlia camminare sulle proprie gambe, con passi più decisi di quelli che aveva lei alla sua stessa età e di questa fermezza vuole arrogarsi, non senza un pizzico di presunzione, una parte di merito... cara Gaia, collega di tante avventure immobiliari, giovane e brillante professionista del real estate, donna di sani e fermi principi, di grandi passioni che trasudano, parola dopo parola, dalla tua forbita penna, grazie per aver apportato nuova linfa a questo settore. Pubblico con gioia la prima parte di un tuo avvincente racconto ed invito tutti gli amici di ITALIANHOMESTAGING a seguirti sul tuo blog realestatecreativity.wordpress.com
con profonda stima
Alessandra
Quel che vale una foto – Aneddoto: la caduta di un mito.
con profonda stima
Alessandra
Quel che vale una foto – Aneddoto: la caduta di un mito.
14 luglio 2011 di realestatecreativity
Fino a qualche anno fa mio marito con la sua famiglia di origine viveva in una casa che per me era un sogno … ed anche per loro. Avevano lavorato tanto per acquistarla e se la godevano non solo perché era bella ma anche perché rappresentava inconsciamente un premio per le fatiche svolte, la vera realizzazione del sogno di una vita.
Purtroppo, a causa di alcuni problemi di salute di uno dei componenti della famiglia, si trovarono a doverla vendere dopo solo pochi anni dall’acquisto e l’addio al loro nido, al loro luogo perfetto, fu molto sofferto.
Io ricordo bene quella casa perché ci ho lasciato il cuore. Ci ho passato tanti pomeriggi e tante serate e mi piaceva stare lì, sicuramente perché erano i primi anni di fidanzamento ed i ricordi in quella casa si affollano, ma anche perché davvero quell’appartamento mi metteva a mio totale agio e sognavo anch’io una volta sposata di poter avere una casa simile. Era un quattro locali su due livelli in un piccolo condominio appena costruito. L’ingresso si apriva su un bel soggiorno spazioso, in parquet, dove i miei suoceri avevano fatto realizzare un camino in muratura e ci cuocevano le castagne in autunno. La zona pranzo era appartata ma open sul salotto e comunicava con la cucina abitabile attraverso un passavivande. A questo piano si trovavano anche un bagno e la camera matrimoniale. Salendo in mansarda c’era un po’ il nostro regno. Qui si trovavano infatti le due camere dei ragazzi ed il loro bagno, in anticamera c’era un divano-letto e la macchina da cucire di mia suocera, che lì non so più quanti pantaloni mi ha allargato, allungato, accorciato ecc. ecc (continua)